RESIDENCY 108 - UPSTATE NEW YORK
OLTRE I CONFINI
Nel paesaggio a Nord di New York (Upstate NY) il fiume Hudson e le montagne Catskill sono indissolubilmente legati l’uno all’altro sia visivamente che topograficamente e qui la dicotomia natura/cultura, spesso presente nei film americani degli anni ’50, si rivela con forza. Alla fine del XIX secolo i pionieri arrivati qui delineano i confini in linea retta mentre gli alberi della foresta vengono abbattuti e sostituiti da ampi prati erbosi. Le fattorie vengono dunque innalzate su appezzamenti di terra strappati dalle umide praterie e da foreste private del loro stato vergine e che prima appartenevano ai nativi.
Questo paesaggio iconico mi svela il legame nascosto che ho con questo territorio dove la mia famiglia, all’inizio del XX secolo, e` immigrata dal Sud Italia in nave attivando un processo di appropriazione del territorio e di ricostruzione culturale. Mia zia Maria che oggi vive nel New Jersey, durante la residenza mi racconta che da piccola lei e la sua famiglia, provenienti dalla Sicilia, si erano portati sulla nave i cuscini imbottiti a mano con la lana ricavata dalle loro pecore.
Parto da qui per il mio lavoro di residenza, prendendo il vello delle pecore di Residency 108 per poi cardarlo e sottoporlo ad un processo di infeltrimento, trattenendo al suo interno elementi come sassolini, foglie e fiori del luogo. Esploro, cammino e osservo: la fattoria e’ delimitata da recinzioni facilmente oltrepassabili e che, come fratture del paesaggio, mi riportano alla realta` della mia famiglia quando lascia la sua terra di origine. Nascono opere con elementi autobiografi e storici, di continuità e connessione, di limiti e confini.
Il lavoro IN & OUT: DOUBLE BORDER CANVAS consiste in una azione/installazione facente parte di una serie di lavori sul concetto di confine. Lascio due tele grezze sul terreno per 7 giorni, una all’interno della proprietà e l’altra subito oltre il confine, adiacenti al vecchio muro di pietra che segnava i confini in passato prima dell’attuale struttura in legno. Vicino alle tele lascio due tazze contenenti materiali naturali presi dal territorio attiguo come fili d’erba, foglie, ecc..
Per tutti i 7 giorni compio l’azione rituale di camminare per recarmi in questo luogo, mentre il mio passaggio diventa ogni giorno più marcato e la mia presenza più evidente. Desidero commemorare le persone che sono state qui prima di me, i miei antenati ed i popoli indigeni, per fare pace con loro. Desidero inoltre che anche la terra si riappacifichi con loro. L’ultimo giorno, a conclusione dell’azione, invito Jill, una signora indiana canadese della tribu` dei Sioux, a celebrare una cerimonia di “Guarigione della Terra” e, mentre prendo con me le tele con le tracce del luogo, restituisco alla terra i materiali che sono stati nelle tazze.